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"Il ponte dell'arcobaleno"


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I fratelli Kinsky organizzano una bella riunione di famiglia a Darkwood, e fanno tanti di quei fuochi d'artificio da risvegliare anche i morti...

Nel nome del padre
recensione di Daniele Alfonso



TESTI
Sog. e Sce. Mauro Boselli    

«Domani dirò tutta la verità alle tribù di Darkwood», così afferma Zagor a p.18 di questo quattrocentesimo numero. Un colpo di scena sufficiente a far sobbalzare sulla sedia qualsiasi zagoriano convinto. Zagor rivelerà ai suoi fratelli rossi la sua vera natura di semplice uomo, e non di Spirito immortale inviato di Manito?

Non ve lo diciamo. In un caso come questo sarebbe imperdonabile, perché, in fondo, la storia è basata tutta su questo. L'avventura si legge con entusiasmo, trattenendo il fiato: l'impatto emotivo è troppo forte per resistergli, e tutto il resto passa in secondo piano, comprese alcune incongruenze per le quali rimando alla scheda della storia.

"Boselli dà una risposta definitiva ai dubbi di Zagor (..)"    

Per trovare una risposta ai dubbi che lo angosciano, Zagor deve parlare con suo padre, e per fare questo deve compiere un viaggio nell'aldilà, secondo un classico stilema della letteratura epico-mitologica. A ben vedere, questo viaggio fornisce già alcuni indizi sulla risoluzione della vicenda: "solo un puro di cuore può attraversare il ponte dell'arcobaleno", dice la leggenda, e Zagor lo attraversa, ritrovandosi nel regno dei cieli della tradizione pellerossa. E' implicito, in tutto ciò, che la missione di Zagor ha l'approvazione del Grande Spirito, come del resto già sapevamo da precedenti avventure, come "Anima nera" (ZG sp8) e "La fiamma nera" (ZG sp4). In quest'occasione, Boselli dà una risposta definitiva ai dubbi di Zagor, che, grazie al confronto con il padre, recupera la fiducia in se stesso e nella sua missione di protettore del popolo rosso.



DISEGNI
Gallieno Ferri    

(45k)
Manito crea il mondo
disegno di Ferri, (c) 1998 SBE
   

I disegni di Ferri, già belli di per sè, sono impreziositi da un'accurata colorazione al computer, forse non spettacolare come quella dell'albo di Martin Mystère in edicola questo mese ("Lo spettro della luce", MM 200), ma comunque pregevole.

Gli "effetti speciali" cromatici, di cui vedete un esempio nella tavola qui a lato, ci consentono di apprezzare al meglio la rievocazione della genesi del mondo nella tradizione dei nativi americani, la magica atmosfera della grotta della strega Jayla, l'apparizione del demone di fuoco Shaytan, la dissolvenza nei cieli del ponte dell'arcobaleno. Non si tratta, però, di solo gusto per la spettacolarità, che è comunque del tutto lecito in un'occasione come questa. Invece, il colore è anche funzionale alla storia: i fantasmi dei genitori di Zagor, e dei numerosi altri personaggi "ripescati" dal continuum zagoriano, hanno un aspetto diafano che rende bene la loro natura ultraterrena. Un solo appunto: come mai non è stato indicato il nome del colorista?

Spendiamo infine due parole nel ricordare che va festeggiato non solo il compleanno dello Spirito con la Scure, ma anche del suo creatore grafico Gallieno Ferri, fedele da quasi quarant'anni alla sua creatura di carta: un traguardo che finora, nel fumetto italiano, era stato raggiunto solo da Aurelio Galleppini.



GLOBALE
 

Quest'albo è una degna celebrazione dell'invidiabile traguardo raggiunto da Zagor, il secondo fumetto italiano per longevità (il primo è ovviamente Tex, il terzo è Diabolik). Boselli, coadiuvato da Ferri, risolve con stile un'importante questione della continuity zagoriana. Il difetto è che una storia del genere può essere apprezzata solo da uno zagoriano appassionato, mentre ai lettori occasionali (e l'albo a colori ne richiamerà parecchi) rimarranno numerose domande senza risposta.

Per approfondimenti, vi rimando all'articolo Zagor: l'eroe e il supereroe.
 

 


 
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