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" La ballata degli assassini "

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Una terribile mutazione costringe Malcolm a fuggire da tutto e da tutti. Solo una giovane ragazza un po' pazza è disposta a seguirlo e ad amarlo comunque. Per la serie "c'è sempre una possibilità per tutti"...

Ti amerò fino ad ammazzarti!
recensione di Alessandro Franchini



TESTI
Sog. e Sce. Claudio Chiaverotti    

Questo sesto episodio di Brendon è a dir poco atipico, in quanto il nostro cavaliere di ventura è ridotto al ruolo di coprotagonista minore. E' innegabile infatti che la storia sia incentrata su Malcolm e Juliet, che sono le vere star dell'albo. Brendon "costeggia" tutta la vicenda e vi si trova a volte invischiato senza capire niente fino alla fine; e quando finalmente gli viene spiegato tutto, non è comunque in grado di salvare la bellona di turno, Shin.

L'idea di fondo della maledizione può anche essere buona, ma rattrista vedere come non si riesca ancora ad abbandonare il binomio mutazione-bestia sanguinaria e violenta. Rimane comunque l'ottima caratterizzazione della coppia formata da Malcolm, cupo e ossessionato dal suo segreto, e Juliet, una ragazza giovane e probabilmente un po' "toccata". Il contrasto fra il loro rapporto molto romantico e l'assoluto cinismo con cui uccidono e derubano gli sconosciuti fa sì che questi due personaggi restino impressi nella mente del lettore. Guardate ad esempio la scena a pag.10 dove Juliet si mette a ballare allegramente per il suo uomo, con in primo piano il viaggiatore sgozzato. Oppure a pag.42 dove Malcolm spara a sangue freddo a Brendon; Juliet è lì, languidamente appoggiata alla sua spalla con un sorriso soddisfatto dipinto sul viso.

Nella trama generale della storia ci sono comunque delle pecche. Innanzitutto non si capisce perché mai Shin dovrebbe essere l'unica di tutta la sua gente a non conoscere la maledizione che incombe su di lei. Una simile mutazione, come dimostrerà la storia di Malcolm stesso, è molto pericolosa sia per chi ne è colpito sia e soprattutto per gli altri. Non appare molto credibile quindi che i genitori della ragazza non l'avessero messa in guardia da una cosa simile.

Altro grosso problema è l'introduzione di una forza misteriosa e di natura palesemente magica. Di punto in bianco viene introdotto il personaggio di Andy, che racconta a Malcolm come la paura, il terrore e la follia provocati dalla grande catastrofe abbiano praticamente preso vita, diventando esseri senzienti affamati di amore e morte. Il tema del soprannaturale rispunta fuori anche nel finale creando solo una gran confusione; non si riesce a capire se Malcolm e Shin erano vittime di mutazioni naturali, dovute alle radiazioni, o se erano una specie di "inviati" delle tenebre, mandati a causare morte e dolore.

Sta di fatto, comunque, che stavolta siamo di fronte a un caso del tutto diverso da Animah. Non viene fornita nessuna teoria scientifica agli strani fenomeni che si svolgono in questo albo; quindi, dato che Chiaverotti non è mai stato parco con le spiegazioni, ci troviamo davanti a una specie di "colpo di scena". Senza alcun preavviso (e soprattutto senza alcuna motivazione...) ecco che nel mondo di Brendon fa il suo ingresso l'imponderabile, l'inspiegabile, sì insomma... il magico. Dopo i primi cinque numeri dove l'autore si sforzava di dare una spiegazione logica a ogni cosa, questo sesto numero ha lo stesso effetto di una bella sorsata di olio di fegato di merluzzo.


DISEGNI
Dis. Massimo Rotundo    

Rotundo, alle prese con la sua terza storia di Brendon, conferma quanto già detto. Il tratto è buono e molto realistico, efficace nell'esprimere i sentimenti dei vari personaggi grazie anche a una particolare cura nel disegno degli occhi. Ci sono però delle piccole annotazioni da fare. Primo, non tutte le vignette hanno ricevuto la stessa attenzione; alcune, tipo quella centrale di pag.53, paiono decisamente trascurate o fatte in fretta. Poi ci sono altri particolari tipo la forma del viso che varia da ovale a quadrata in alcune tavole, le labbra di Shin che a volte sono colorate come se avessero del rossetto e a volte no, e infine il contorno degli occhi spesso un po' troppo carico: a volte pare che Malcolm porti il mascara!! Nel complesso comunque i disegni sono gradevoli e gli sfondi ben delineati con una buona cura dei particolari.

Un po' deludente invece la copertina di Roi. A parte la poco probabile posizione incrociata di Brendon e del mostro, la parte inferiore della tavola è veramente poco curata. Le zampe del mostro e le scarpe di Brendon sono rese con un tratto piatto, sottile e troppo squadrato. Anche la mano destra del cavaliere di ventura è resa con dei rettangoli schizzati velocemente. Infine sullo sfondo c'è un qualcosa che potrebbe essere un fulmine, ma alla fine non si riesce a capire bene cosa sia...



GLOBALE
 

E' un albo che fa arrabbiare. Chiaverotti è molto bravo a caratterizzare questo suo mondo devastato dalla grande catastrofe, riesce a comunicare bene l'idea di una società agonizzante che tenta una lenta rinascita. Suggestive sono le immagini del deserto (il cavallo a dondolo, la TV a pag.24, il luna park, il Boeing dove bivaccano Malcolm e Juliet). Ma a questa cura per l'ambientazione non corrisponde ancora una lucidità e una coerenza adeguata per i testi.

L'idea base della storia poteva essere sviluppata in maniera più coerente, e soprattutto senza introdurre in modo così brutale la sfera del soprannaturale. Forse se si ricercasse meno la battuta ad effetto ("In questo momento sono soltanto uno che sta dalla parte sbagliata della pistola") o il particolare originale (la parete tappezzata con i disegni di Leonardo) si eviterebbero tutti i pressappochismi e le imprecisioni narrative e ne guadagnerebbe la qualità generale della testata.

Il meno uno è stato assegnato per "punire" la copertina del comunque grandissimo Roi.
 

 


 
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