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Fornire un servizio, piccolo o grande che sia di Paola Barbato, autrice di Dylan Dog > La critica fumettistica esiste? Esiste e non esiste. Nel senso che la critica fumettistica e' assolutamente altra cosa rispetto alla critica letteraria, cinematografica, teatrale, musicale & c. Esiste quindi in un universo parallelo tutto suo. E' quasi impossibile per il critico evitare un coinvolgimento emotivo nei confronti del fumetto che recensisce. Ottima cosa, di per se', ma pericolosissima. Mi spiego: il fumetto, salvo eccezioni (non bonelliane) e' seriale. Non ha un inizio o una fine "concreti", c'e' un continuum (lungo o breve) che si snoda e che il critico segue. Nel seguirlo si affeziona o disaffeziona all'eroe, ai personaggi, instaura comunque un rapporto "personale" piu' profondo di quello che si puo' avere per un autore teatrale, per un regista, un pittore, la tanto famigerata "chiave di lettura" e' meno tecnica e piu' emotiva. Per questo credo sia terribilmente difficile mantenere una obiettivita' e un'oggettivita' che sono assolutamente indispensabili per una critica "lucida". Intanto dovrebbe essere specchio della coerenza di noi autori. A tutti i livelli: qualitativo, linea di pensiero, scopi da raggiungere, messaggi da lanciare. Proprio perche' il fumetto e' un lungo viaggio non e' difficile perdere per strada bulloni o interi vagoni. Andando poi sul trito e il ritrito dovrebbe essere la classica "critica costruttiva", cioe' una critica che spieghi le pecche, gli errori, le contraddizioni laddove a noi autori sfuggono (o cose che, ammettiamolo, a volte non siamo capaci di fare) non per stigmatizzarle, ma per segnalarcele. Insomma, il mio critico ideale e' il critico-bussola. > Cosa significa fare critica sul web? Il web e' un mezzo potentissimo alla portata di tutti. Fare critica sul web non e' meno importante che farla sulla carta stampata, alla radio o (ma quando mai?) alla tv. Va quindi fatta con la stessa serieta', e qui condivido l'opinione di Tito Faraci sui siti fai-da-te che quanto a serietą e obiettivitą... > Critica popolare o d'autore? Non sono due alternative, sono due voci perfettamente distinte e della stessa importanza. Con una differenza. ogni critica del lettore e' sacra e va rispettata, anche se gratuita oppure faziosa, mentre dal critico professionista e' lecito aspettarsi una critica fondata su dei parametri anche oggettivi e non solo soggettivi. > E' possibile essere professionisti della critica? Proprio per la questione emotiva che ho tirato in ballo all'inizio e' davvero difficile. Se i meccanismi di rapporto autore/serie non coincidono con quelli critico/serie (e quindi il critico trova che l'autore "tratti" l'eroe o i temi in una maniera sbagliata - un po' come gli zii che trovano che i genitori "tirano su male" i figli-) mantenere una visione d'insieme su cui dare un giudizio non ipocrita diventa difficile. Il professionista in teoria dovrebbe essere capace di lasciar da parte simpatie o antipatie personali verso il singolo autore/disegnatore e dare -seguendo il suo gusto, beninteso- un giudizio limpido sul prodotto in se'. C'e' chi ci riesce e chi no. > Ha senso fare una fanzine di carta oggi? Perche' non dovrebbe avere senso? > Newsgroup e mailing list moderati? La moderazione e' un'altra cosa difficilissima. I moderatori faziosi o censori sono sempre dietro l'angolo, ma e' altrettanto vero che capita che qualcuno si dimentichi che l'autore non e' solo un nome su cui sputare ma e' anche una persona che -oltre a fare il suo lavoro- merita di essere rispettata. Quindi non so. > Quali obiettivi deve avere un sito web?
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