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I mysteri dell'Almanacco
articolo di Luigi Ferrini
Sembra quasi una moda; ultimamente, in molte serie bonelliane (ma in particolare in quelle legate
all'universo di Martin Mystère), si fanno sempre più ricorrenti le
frasi "crittografate".
Di che cosa si tratta? Semplicemente, alcuni dei testi presenti nei balloon vengono riportati su
computer e ad essi viene cambiato il font, cioè il tipo di carattere. Fin qui niente di strano, il
punto interessante è che il nuovo font sarà relativo a qualche alfabeto esotico o sarà di tipo
"simbolico", contenente cioè disegni o simboli anziché lettere alfabetiche.
Si può dedurre facilmente che è possibile pure l'operazione inversa, vale a dire risalire al testo
originale con il classico metodo del "a simbolo uguale corrisponde lettera uguale". Ma non sempre è
così facile. Prima di addentrarci però in un'analisi "storica" di questo fenomeno, spendiamo due
parole per tradurre (o meglio: traslitterare) l'esempio di codice uscito di recente, precisamente
nella storia dell'Almanacco del Mistero 2000.
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Un "lunatico" davvero... lunatico
(c) 1999 SBE
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In questo albo, le due razze di alieni presentate (i due popoli che abitano sulla Luna) parlano
utilizzando lingue diverse e, naturalmente, "codici segreti" diversi. Il metodo più veloce per
tradurre le frasi sarebbe quello di possedere il font incriminato, riprodurre la frase e quindi
cambiare il font in uno leggibile. A noi piace di più procedere in modo "enigmistico", e vi
spieghiamo brevemente come abbiamo fatto a tradurre il tutto anche senza disporre dei font
necessari.
Intanto, la lingua dei Sallrass è più complicata: anche i segni di punteggiatura sono infatti
trasformati in simboli, e quindi diviene più difficile identificare le parole. Inoltre le lettere
accentate vengono identificate tutto con il medesimo simbolo. Però a pag.97 e a pag.112
possiamo trovare due balloon piuttosto grandi con la traduzione a fronte: decifrare una lingua avendo
a disposizione una specie di stele di Rosetta è decisamente agevole.
Ecco qui perciò la traduzione del linguaggio dei Sallrass:
- pag.56
- Cusa l'è chel lì?
- Quant'è brutt'?
- Mo' guarda un po'...
- pag.57
- pag.72
- O bischeri! Fermatevi!!
- ZAP!!
- pag.97
- Non so come abbiate fatto a scoprirmi, maledetti terrestri, ma ormai per voi è finita...
(nota: è uguale al testo del balloon a fianco)
- pag.100
- Ma che cav...
- Ohi, la mia capa...
(nota: il letterista ha dimenticato di cambiare font all'ultimo punto di
quest'ultima frase)
- pag.103
- Off...
- Ohi... Qualcuno ha preso la targa del camion che mi ha investito?
- pag.110
- Sì', badrone!
(nota: qua c'è un apostrofo di troppo!)
- Massì...
- Famolo strano!
- Occhei, capo!
- pag.112
- Astronave madre a grande combattente...
(nota: anche in questo caso la frase è la traslitterazione - parziale - del testo del balloon
a fianco)
Diverso il discorso per i dialoghi dei Seleniti; qua non c'è nessuna
"stele di Rosetta" ad aiutarci, ma è sufficiente identificare le vocali per ottenere
facilmente tutto il testo. La traduzione qui è stata ancor più facile, visto
che questo font scrive le lettere maiuscole come le minuscole e anche la punteggiatura è
normale. Ecco qua:
- pag.41
- Hai Coca Cola?
- Hai sigarette? Hai calze di seta?
- Vuoi l'indirizzo di una certa Lulù che fa "massaggi" molto particolari?...
- pag.42
- Caro signotre (nota: qui c'è un refuso!), quello lo andate a dire a vostra sorella e a
quella buona donna di vostra madre!...
- pag.43
- pag.44
- Essere arrivati oro? Sì?
(nota: un altro refuso: manca la "L" di "loro")
- Sì, boss!
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Un incantesimo nella lingua dei Klingon!
da "Storie di Altrove 1" (c) 1998 SBE
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Questo per quanto riguarda l'Almanacco. Ma come è nata questa innocua "mania", questo gioco tra autore
e lettore? Crediamo di non cadere in fallo se facciamo risalire il tutto allo Speciale
n.2 di Dylan Dog. In questo albo,
Tiziano Sclavi inserì sullo schermo di un computer all'interno della
storia alcune pagine della sceneggiatura dell'albo medesimo. Qualche anno dopo, anche sulle pagine di
Nathan Never si sfruttò un lettering "elettronico" per permettere al
computer di Sigmund di parlare prima in greco e poi in atlantideo.
Contemporaneamente, Alfredo Castelli escogitò una sorta di
"concorso" nascosto in alcuni balloon, scritti mediante uno degli alfabeti indiani, sul Martin Mystère
Gigante 2. Il "concorso" avrebbe premiato con una tavola originale chi avesse
inviato in redazione la traduzione completa del testo. Quasi in contemporanea usciva sulle pagine della
serie regolare del BVZM una storia in cui compariva balloon scritti con un altro tipo di carattere
indiano; per saperne di più potete andare a rileggervi l'articolo che
fu pubblicato su uBC per l'occasione.

Una delle vignette "a premio"
di Martin Mystère Gigante 2 (c) 1996 SBE
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La "moda", comunque, era stata lanciata. Sia sulle pagine di Martin Mystère che su quelle delle testate a lui
collegate, come Zona X, e ad opera di vari autori, iniziarono a spuntare
testi scritti con i caratteri più disparati. Ve ne abbiamo fornito una piccola rassegna, nelle immagini a corredo di questo
articolo.
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