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| A pochi mesi dalle elezioni, l'omicidio di una bambina scatena l'opinione pubblica. La polizia si mette alla caccia del presunto assassino ma la madre di quest'ultimo ingaggia Nathan per far luce sulla verità. Equivoci, coincidenze, amori disperati, adozioni segrete... una girandola di elementi che solo l'Agente Alfa potrà riordinare...
Amore e morte (che novità!) |
C'è una differenza davvero interessante tra Stefano Piani e il suo collega della "Hammer" Stefano Vietti. Se quest'ultimo, infatti, ama tessere trame epiche e complicate che si snodano numero dopo numero, spargendo indizi e sfruttando la notevole "continuity" della serie, Piani predilige le storie autoconclusive, solitamente di genere "noir" o poliziesco, sua grande passione. Non è un caso che proprio a lui siano state affidate in gran parte le avventure "soliste" di Andy Havilland. Nessun problema, certo... ma quando le storie scendono al livello di questa allora abbiamo di che preoccuparci! "Sangue Innocente" è un campionario di banalità e clichè già visti e stravisti nella saga del nostro Nathan, la classica storia "riempitivo". Una bambina viene trovata morta con la baby-sitter, l'aspirante sindaco fa partire una campagna contro il presunto killer per scopi politici, il sospettato trova una donna che crede in lui, la polizia è ottusa e via discorrendo... il soggetto è decisamente anonimo e privo di attrattiva. In più Piani sembra smarrire continuamente il filo della vicenda perdendosi in sottotrame
apparentemente inutili (la prostituta, vera madre della bimba) oppure accennando a dettagli che in seguito non vengono sviluppati,
come la "mania" della cameriera Alice di mangiare gli avanzi dei clienti se arrabbiata (ma che c'entra??!!). Per non parlare dell'attrazione impossibile del
superiore di Alice, Sam, verso la ragazza, risolta in una scena di quasi-stupro assolutamente gratuita.
Menzione d'onore alla sottotrama più importante del soggetto: un rappresentante che sembra smarrire se stesso dopo essere diventato un Eroe grazie al salvataggio di due bambini in procinto di affogare. Non ho intenzione di rovinare la sorpresa di chi, nonostante abbia letto queste righe, sia intenzionato ad affrontare quest'albo ma posso dire con certezza che la soluzione narrativa escogitata da Piani per unire la vita di quest'uomo all'indagine di Nathan è tra le più arzigogolate della storia dellatestata! L'autore si lancia in una improbabile analisi psicologica dallo sconfortante e prevedibilissimo esito. Ovvio che un soggetto simile non possa essere risollevato dalla sceneggiatura. Da una parte la storia scorre senza momenti morti, veloce nella sua prevedibilità, dall'altra stupisce (e irrita) per il modo in cui sono sprecate le poche idee dignitose. Un esempio è nelle pag.125-126, dove Ishimori vuole giustiziare il presunto colpevole e viene fermato da Nathan con la bella frase: "...purtroppo, insieme alla sua vita, abbiamo salvato anche quel che rimane della tua carriera"! Inoltre la sceneggiatura sorvola su una serie di problemi narrativi nel nome del ritmo (vedi anche la scheda della storia).
Infine, per quale motivo è sparita la tradizione di rendere "particolare" la storia inedita degli Almanacchi? Certo sarebbe stato difficile inventarsi ogni anno un flashback nel passato del nostro Nathan (che vita movimentata avrebbe avuto quel poveretto??) ma almeno si potrebbe evitare che su una pubblicazione di buona qualità (grazie alle rubriche) finiscano sempre dei riempitivi!
Simeoni è un abile disegnatore e, fattore sempre gradito, anche un capace sceneggiatore (vedi storie per il defunto Gregory Hunter). Purtroppo, come un dignitoso regista non può elevare a capolavoro un copione misero, così le sue tavole scorrono monotone e tranquille, solo a tratti capaci di risvegliare l'interesse del lettore. Peccato che la quasi totale assenza di elementi prettamente "fantascientifici" a favore di un impianto poliziesco vecchio stile, caro a Piani, non gli permetta di scatenarsi in dettagli tecnologici (da segnalare solo la panoramica aerea dell'Alfa Building a pag.40). Lascia un pò perplesso il modo in cui gestisce in quest'albo le scene d'azione: alcune sono molto statiche e non riescono ad evocare la frenesia del momento (l'irruzione di Ishimori in casa Franklin a pag.46 o il pestaggio di Alice da parte di Sam a pag.97), altre invece sono efficaci (l'inseguimento finale nel cortile di "Villa Felice"). Pollice verso, inoltre, per la sua caratterizzazione di Darver: nel primo piano della vignetta 6, pag. 43 è davvero irriconoscibile.
La copertina di De Angelis non è sicuramente di impatto. Non solo perchè Nathan sullo sfondo è appena stilizzato ma soprattutto perchè l'illustrazione non c'entra assolutamente niente con la storia (è ormai tradizione degli Almanacchi). Carina, comunque, l'idea dei volti reali (o in Computer Graphics) sugli schermi... appare persino l'uomo sorridente della copertina di "Survivor" di Chuck Palahniuk! Molto interessanti le rubriche. Come al solito le lodi vanno alla "Sezione Cinema" curata da Maurizio Colombo e quella "Libri" di Ettore Mancino. Molto piacevole il dossier su Eymerich, l'inquisitore dei romanzi di Valerio Evangelisti, un pò meno gli altri sul Fantasy (quest'ultimo troppo striminzito dato l'argomento) e sul Post-atomico a fumetti.
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