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Mister No
n.260 | ||||
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Uccidete Esse-Esse
" |
( 4 , 5 , 4 ) 3 + 3 | 65% | equiv. 5/7 | |
| ( Scheda Riassuntiva ). Un breve antefatto nel n.257. | ||||
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Perché Esse-Esse non è mai arrivato a New York per dar man forte a Jerry contro la kobe giapponese?
E perché ha fatto arrivare all'amico una lettera in cui annuncia un'improvvisa quanto misteriosa
partenza per l'Australia? Che cosa ha visto il crucco che non doveva vedere? E chi si cela dietro
i suoi misteriosi carcerieri-dottori, che lo tengono bloccato in una "strana" clinica nel Vermont?
Toccherà a Jerry, in compagnia di un gruppo di camionisti-mercenari
recuperare l'amico. Ma non tutto è come sembra, e non tutti sono quel che sembrano...
(De)general Hospital recensione di Paolo Ottolina |
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Soggetto | 4/7 |
| Luigi Mignacco |
Un soggetto discontinuo, questo "Uccidete Esse-Esse". Partenza che mi lascia un po' perplesso con
i legami Jerry-Cia e Jerry-Mafia che si sciolgono come per incanto in quattro e quattr'otto. Bastano
quattro battute di un Hiden insolitamente accomodante e una vignetta di Mister No per accantonare
due filoni che pensavo invece appetibili per i mesi a venire. Mai dire mai comunque... A casa di Patricia
Rowlands si entra nel vivo di questa puntata e dall'incontro con Ronny "Runner" Stark iniziano
ad affastellarsi i dubbi:
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Sceneggiatura | 5/7 |
| Luigi Mignacco |
Mignacco sulla base del suo soggetto, deve lavorare sui rapporti di amicizia e affetto
all'interno del trio Mister No/Esse-Esse/Patricia. E tutto sommato lavora bene: gradevole e frizzante
la prima parte, in cui si intravede (meglio si intuisce) "qualcosa" in una serie decisamente molto castigata.
Di classe alcuni giochi di contrasto tra disegni e testi: a pag.22, quando Jerry si dichiara sicuro della
sanità mentale di Esse-Esse mentre ripensa a tutte le volte che l'ha apostrofato con "Sei proprio matto!"; nel finale
quando tra Kruger e il Gen. Rainer ci svela chi è morto e chi è vivo solo dopo averci fatto pensare il contrario di
quel che è. Cose da notare:
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Disegni | 4/7 |
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Domenico e Stefano Di Vitto | Deve essere enormemente rassicurante per chi cura una testata poter contare su una coppia come i Di Vitto. Macinano immarcescibili una storia dopo l'altra, ostentando senza posa i loro pregi: affidabilità e continuità. Non ho mai adorato il loro tratto, che mi ricorda un Diso meno pulito e personale, ma neanche posso dirmi insoddisfatto di chi sa rendere con professionalità volti e anatomie. Buona la caratterizzazione di Esse-Esse: emaciato nel volto, ora inebetito dagli psicofarmaci, ora sconvolto dagli incubi. Una prova nella loro media. |
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Copertina | 3/3 |
| Roberto Diso | Finalmente una colorazione raffinata (suppongo realizzata con l'ausilio del computer) rende pieno merito alle matite di Roberto Diso. Efficace la simmetria tra il titolo dell'albo e il mirino che inquadra la giugulare del nostro crucco lungocrinito. |
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Overall | 3/3 |
| L'albo in sé non vale il massimo punteggio: puntata lineare, di transizione tra il ciclo-Ishikawa e le nuove avventure full-New York. Però, nella posta di Sergio Bonelli, c'è la segnalazione di questo sito: "http:\\www.sinfor.it\ubc\"... A me ricorda qualcosa, ma non so bene che cosa...;-))) Grazie, Michele :-)! | |
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agenzia viaggi
commento di Giovanni Gentili (15.01) Vorrei far notare che nell'ultima pagina compare di nuovo il pacioso commesso dell'agenzia di viaggi di New York, dove Jerry avrebbe acquistato il biglietto che lo portò in Brasile la prima volta. Questa simpatica apparizione segna la chiusura della lunga avventura che ha portato Mister No a New york (proprio in questo n.260 si tirano gli ultimi fili) ed era stato sempre lui ad aprire il nuovo corso, apparendo proprio nella prima pagina del n.241. Sorge però un dubbio: nel n.241 diceva di aver ricevuto una lettera dal vecchio amico Mister No che raccontava di quanti guai avesse trovato in Amazzonia. Ma se Jerry, a distanza di tanti anni, manteneva addirittura una corrispondenza con il commesso, come mai quando è passato davanti al negozio non si è fermato a salutarlo? visto che attendeva la sfida con Ishikawa aveva anche un motivo in più: poteva essere l'ultima volta che lo vedeva.. speriamo passi a salutarlo in uno dei prossimi numeri ;-). |
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Esercito o Marines?
commento di Marco Migliori (22.01) Allacciandomi anche al messaggio di Marco Zucchi nel Dopolavoro sulla poca cura per i particolari, segnalo una piccola incongruenza. A pag.78 il generale Rainer si presenta (e con lui i suoi uomini) come membro della "Fanteria di Marina". Nella pagina seguente invece racconta che la sua carriera l'ha portato allo stato maggiore dell'Esercito. Peccato che negli USA la Fanteria di Marina non e' altro che l'USMC (United States Marine Corps), i famosi Marines che nulla hanno a che fare con l'Esercito. I Marines sono infatti un corpo indipendente delle forze armate, che fanno capo alla Marina solo per alcune questioni amministrative. L'errore non toglie nulla alla storia, ma non posso fare a meno di chiedermi perche' inserire particolari di cui in realta' non si e' a a conoscenza. E del resto gia' il termine Fanteria di Marina dovrebbe fare sospettare :-), infatti solo in alcuni paesi (es. Francia) questo corpo fa parte dell'Esercito. |