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"Io ne ho viste cose che voi lettori non potreste immaginarvi... Navi vichinghe al largo delle black rocks... E ho visto gialli raggi annientare le rocce della Valle della Luna... E semplici uomini mutarsi in arcangeli infernali... e tutti quei momenti si perdono come neve al sole di fronte a sette assassini da incubo... Già, niente che una buona 45 non possa risolvere..."
Tex contro il Settebello
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E poi dicono che la redazione Bonelli è un esempio di professionalità. Siamo in grado di fornirvi uno scoop assoluto! In una uggiosa giornata autunnale, il direttore Decio Canzio valutava come sempre i soggetti proposti. Un banale scambio di fogli nelle cartelline, e così, quella che doveva essere una nuova pietra miliare del rilancio zagoriano, finì per errore sulle pagine di Tex... Battute a parte, questa è senz'altro la storia più discussa degli ultimi anni. I commenti che ci arrivano sono di due tipi: entusiasti o quasi, oppure disgustati o quasi. Le accuse sono fondamentalmente due:
E' interessante notare come Boselli sembra rendersi perfettamente conto dell'atipicità di certi character. Ben 10 pagine nel n.464 vengono dedicate a spiegare a Tex & pards (e a far meglio digerire al lettore) le peculiarità della banda. I commenti di Carson, sembrano quelli di un vecchio lettore texiano, e sono perplessi. Kit per contro a pag.76 dice "..in fondo ci sono successe anche cose più strane, non è vero?.." Sì, è vero. Ma mai contro una simile accozzaglia di personaggi. Dopo almeno 6-7 letture non posso che confermare la prima impressione avuta dopo il primo albo: la storia è bella e epica, ma la scelta dei personaggi è decisamente più da Zagor che da Tex. I cattivi di G.L.Bonelli erano caratterizzati anche in modo estremo: come Barbanera, il Coyote nero, il Maestro, o Mitla. Ma nulla di simile a quanto accade in questo episodio. Ben sette personaggi compongono la banda. Tutti sono "esagerati": dal cieco che spara col radar, al ragazzo che si nasconde chissà perchè sotto una maschera. "Un gruppetto da incubo! Solo a guardarli ti tolgono il sonno!" Bronco Lane a pag.7 del n.465. Nulla nella saga ci ha preparati ad un impatto simile. Per scrivere "Il figlio di Mefisto" (Tex 125/128) ci sono voluti vent'anni, in cui il personaggio ha assunto via via un tono sempre più drammatico. Qui in sole 16 pagine ci vengono presentati tutti quanti. Nessuno li conosce, nessuno ne ha mai sentito parlare. Il che ha dell'incredibile anche se viene fornita una spiegazione a pag.79 del n.464. Sinceramente la partenza è col botto, ma il lettore è frastornato dall'impatto. Una maggiore preparazione avrebbe forse giovato.
Ho trovato invece gestito ottimamente il lato romantico. Si può discutere sul numero di passeggiate sotto la luna, ma bisogna riconoscere che i personaggi restano ancorati al loro ruolo di vagabondi. Lena rivolta a sua figlia Donna a pag.72: "o forse ti illudevi che fossero venuti per noi?...". Mai una volta viene messo in discussione che Kit & Kit andranno via, e questa è solo una parentesi del loro mestiere di raddrizza-torti. Vedi sempre Lena a pag.112: "Storie! A Dogtown troveranno solo dei pistoleri come loro!.. sanno come affrontarli.. Per degli eroi della frontiera, siamo noi il pericolo, mia cara!" I dubbi e rilievi sono tutti concentrati sul primo albo, poichè nei due successivi Boselli (come sempre nelle sue trilogie) si concentra sul ritmo e la storia procede secondo i classici canoni texiani. Qualcuno ipotizza un intervento redazionale dopo il primo albo, e magari sarà così anche se sembra molto fluido lo sviluppo della storia. E' invece da notare la scelta delle copertine: tipicamente western, senza il minimo accenno ai "mostri" che minacciano Heaven. La sceneggiatura è avvincente e in particolare l'assedio risulta ben organizzato, con un mini-campo di concentramento che incrementa le difficoltà di Tex. Peccato solo che si giunga al finale con il fiato corto, e che Jack Thunder venga liquidato in sole quattro pagine. Se credete che sia morto veramente, cioè. Di nuovo dopo una storia di Boselli emerge un personaggio (Bronco Lane) apparentemente all'altezza di Tex & pards. Ormai ci andiamo convincendo che Boselli stia compiendo almeno in parte, la stessa operazione di G.L.Bonelli. E cioè la costruzione di un cast di amici in grado di fiancheggiare o motivare l'intervento di Tex. Pensiamo a El Morisco apparso per la prima volta nel n.76, Jim Brandon e Gros Jean n.10, Pat MacRyan n.33, Montales n.3. Molti di questi personaggi si sono logicamente trasformati nel tempo, perdendo la capacità di "aiutare" Tex. Evidente nel caso di Jim Brandon, che nato semplice sergente, si ritrova ora colonnello e non prende più parte attiva all'azione. Se però Bonelli ha impiegato molto tempo e raramente ha messo qualcuno al livello di Tex, Boselli è decisamente più veloce e lascia in sottofondo - è indubbia ma non la evidenzia - la superiorità di Tex. In nemmeno 60 numeri ha creato Mitch Anderson g.12, Juan Raza n.452, Hutch Clarence nel n.438, Laredo nel n.458 e un interessante Clint Jackson nell'almanacco 1997. Oltre naturalmente a Lena e Donna. Non è detto che tutti questi personaggi debbano tornare, certo è che alcuni sembrano troppo bravi. Voglio dire, c'è ancora la tendenza a trattare Kit Willer come la ruota di scorta, e poi si creano dei personaggi che sembrano più bravi di tutti i pards di Tex? Questo è un punto che andrà gestito con molta attenzione in futuro.
Marcello resta una sicurezza dello staff dei disegnatori. Anche se mi sembra qui inferiore nella precisione del segno alle sue precedenti storie. Forse c'è qualche incertezza di troppo, ma il disegno non tradisce mai nella sostanza le parole scritte da Boselli. I cattivi poi resteranno memorabili (nel bene come nel male) soprattutto per la sua interpretazione. perchè si può parlare di diavoli e demoni, ma se il disegno non è all'altezza, non si vede il risultato desiderato neanche da lontano. Considerando poi la non più verde età (classe 1929) viene proprio da fargli i complimenti. Non sappiamo se continua a mantenere il suo alto ritmo di produzione (30-40 tavole mensili), ma vorremmo che anche altri disegnatori più giovani avessero la stessa qualità. Aggiungere le donne (e guardate cosa combina Nolitta l'albo dopo) alla saga lo trovo realistico. Magari i lettori possono trovarlo fuori posto e nel caso possiamo anche sopravvivere senza. Ma dopo cinquant'anni in cui ci domandiamo se l'uomo vive di solo pane, fornire una risposta palese (e non suggerita tra le righe) non ha nulla di scandaloso. Anzi, è quasi divertente. Viceversa non si capisce cosa aggiungano alla serie, dei cattivi che possiamo tranquillamente ritrovare in un'altra collana storica della stessa casa editrice. Se al posto dei sette "mostri" ci fosse stato qualche più classico avversario si sarebbe senz'altro corso il rischio di banalizzarla, ma l'assedio a Heaven (in cui per inciso i cattivi non fanno una bella figura e manca qualche pagina di difficoltà in più per i buoni) e l'incolumità di Donna e Lena sarebbero rimaste, rendendola comunque una bella storia. Siccome con i se non si riscrivono gli albi, non ci resta che prendere atto del presente. Un presente che ci fornisce una storia sì contestata come fedeltà al personaggio, ma che ritengo incontestabilmente bella. Da una parte quindi c'è la difficoltà di accettare l'idea di fondo, ma dall'altra c'è una storia intensa e coinvolgente soprattutto negli ultimi due albi.
E Tex ha un gran bisogno di storie che si possano leggere senza annoiarsi. Se poi fossero anche fedeli a cinquant'anni di storia, saremmo a cavallo!
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