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La definizione di critico di Marcello Vaccari, webmaster di Glamazonia > La critica fumettistica esiste? La definizione di Critico è aleatoria almeno quanto quella di Arte. Parlando del mio caso personale, io non mi sono mai definito un "critico". Il mio intento, nello scrivere una recensione o un articolo, non è mai stato quello di dare un giudizio ad un fumetto, ma piuttosto di invogliare la gente a leggerlo. Qualunque esso sia, sia che io lo abbia trovato bello o brutto, giudizio che segue esclusivamente il mio gusto personale. In questo senso io mi riconosco appieno nella definizione data da Matthew Arnold. Se questa che io ho sempre definito "informazione" la si vuole invece chiamare "critica" allora ben venga la critica fumettistica (che schifo però, non potremmo trovare un aggettivo migliore di "fumettistica"?). Quello che chiede Faraci: "Ciò che più mi preme è invitare voi critici ad aiutarci. Sì, aiutarci. Rendetevi conto di quanto potete essere importanti per noi autori", può certamente essere fatto, ma non tanto nel senso da lui definito, ovvero un aiuto per correggere i propri errori, ma piuttosto per invogliare quanti più lettori possibile a fruire delle loro opere, lettori che potranno poi a loro volta esprimere la propria opinione, positiva o negativa che sia, e magari "passare parola" come richiede Ade Capone. Questo mio approccio però non significa che tutto quanto è stato scritto finora in Italia sul fumetto, compreso il web, non sia critica, anzi. Ho letto moltissimi articoli in cui lo scrivente sviscerava talmente bene la materia di cui stava scrivendo (che fosse un autore, o un volume o una singola storia) da poterli tranquillamente annoverare il quella che viene comunemente definita "critica seria", o "alta" come riporta Gentili, e l'unico problema che riscontro è la mancanza di qualcosa che possa riunire ed archiviare questi interventi, in modo che possano essere sempre accessibili a tutti. Internet potrebbe essere il mezzo per fare un'archiviazione efficace, se non fosse invece che succede proprio il contrario, ovvero una dispersione totale di mezzi in una miriade di siti completamente slegati tra di loro. Il che d'altra parte favorisce anche una assoluta libertà di opinione, e questo non è certo un male. In tal senso i Newsgroup e mailing list sono anche un buon strumento per tastare il polso al pubblico, che può dire la sua in completa libertà, ma solo se sono in qualche modo moderati, poiché, come purtroppo succede in ogni faccenda umana e ancor di più su internet, è fin troppo facile che dei cretini qualsiasi si intromettano nelle discussioni semplicemente per insultare questo o quel fumetto/autore non certo con intenti critici, e neppure polemici, ma con il solo scopo di seminare zizzania. > Ha senso fare una fanzine oggi? Io ritengo molto importante il ruolo svolto sia dalle fanzine cartacee, purtroppo sempre meno, sia da quelle via web (che potendo lavorare a costi praticamente zero sono molto più accessibili), che riescono in molti casi ad informare il lettore delle cose migliori uscite nel panorama fumettistico italiano, cosa che non è purtroppo rintracciabile su nessun altro media. E sono ancora più importanti ora che moltissima della produzione di maggior qualità viene distribuita solo nelle librerie specializzate, che purtroppo non sono distribuite sul territorio in modo capillare, per cui non può essere consultata (e quindi conosciuta) da tutti in edicola come succedeva fino a qualche anno fa. > E' possibile essere professionisti della critica? Il motivo per cui non ci sono i "critici professionisti" deriva esclusivamente dal fatto che qui in Italia il fumetto viene ancora visto come "roba da bambini", e quindi relegato solo a qualche breve colonna "di colore" quando non si sa cos'altro scrivere. In questo contesto come potrà mai fare qualcuno che si occupa di fumetti, anche in modo migliore di quanto facciano i critici d'arte o di letteratura, a diventare un "critico professionista"? Questo comunque può essere in realtà un punto di forza della critica nostrana, in quanto uno che scrive senza prendere un soldo lo fa solo per passione, e quindi darà dei giudizi dovuti solo al proprio gusto o senso estetico e non legati a qualche mano che gli allunga soldi…. Internet cambia il modo di fare informazione sul fumetto? Purtroppo la risposta è sì. Ho notato una preoccupante tendenza (e non solo nel campo del fumetto, ma proprio dell'informazione su internet più in generale, qualsiasi campo si tratti) a dare notizie in trafiletti che non si possono certo definire "articoli", e neppure "recensioni", ma sembrano più semplici chiacchiere. Mi sembra ormai ovvio che si tende sempre di più ad offrire al navigatore un messaggio breve ed essenziale, con l'intento di dare il maggior numero di notizie nel minor spazio possibile, ovvero con il più breve tempo di lettura possibile, forse anche perché leggere molto su di un monitor può affaticare la vista, o forse perché qualcuno pensa che la gente si stufi a leggere un approfondimento un po' più articolato. Il problema è che non si può certo fare una recensione o peggio cercare di presentare dei personaggi o delle serie limitandosi a poche righe. Una cosa del genere non serve a nulla, ma pare che moltissimi siti apparsi ultimamente seguano questo credo.
Io penso che questo possa alla lunga risultare molto deleterio, e di fatto portare ad
una disaffezione alla lettura in generale. Queste cose fanno parte del "rumore di fondo" di
cui giustamente parla Gentili.
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