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Biografia La sua carriera di disegnatore inizia quasi per caso, dopo aver esercitato per alcuni anni la professione di geometra, rispondendo ad una inserzione dell'editore Giovanni De Leo sul Secolo XIX, che, alla ricerca di nuovi talenti, indiceva una concorso per disegnatori. Ferri si piazza ai primi posti della selezione e immediatamente gli si aprono le porte del mondo del fumetto.
Al termine di questa prima esperienza, De Leo propone a Ferri un secondo personaggio, di genere western e dalla narrazione molto più classica: Piuma Rossa. Si tratterà anche in questo caso di una breve serie (formato 15x24, 6 numeri di 12 pagine compresa la copertina) ma grazie alla quale Ferri avrà modo di sperimentare per la prima volta, oltre ad un inedito uso della mezzatinta, personaggi e ambientazioni dei quali farà tesoro in futuro. 1949-51| A causa della morale imperante del periodo e malgrado il grande successo, Fantax, uno dei primi emuli a fumetti di Fantomas, realizzato dal francese Pierre Mouchott e pubblicato in Italia da De Leo, fu costretto a chiudere dopo soli 24 numeri. Senza perdersi d'animo, De Leo si affida ancora una volta a Ferri ed insieme danno vita al personaggio di Maskar emulo del Fantax d'oltralpe ma epurato dei suoi eccessi di violenza. Creato un paio di anni prima, sarà pubblicato per la prima volta nel dicembre 1951 dalle Edizioni De Leo nel popolare formato a striscia (per essere poi ristampato in vari altri formati negli anni successivi, sull'onda del boom del fumetto nero). Il personaggio sarà poi continuato da altri disegnatori, soltanto la prima serie (12 numeri) porta infatti la firma di Fergal. Oltre alla normale attività di disegnatore, in questo periodo, Ferri viene coinvolto da De Leo in numerosi altri progetti. Dalle copertine di Big Bill, le Casseur e Robin Hood, due fumetti che De Leo pubblica sempre su licenza del francese Mouchott (di Big Bill Ferri disegnerà anche un intero albo, il n.24 dell'edizione italiana) alla realizzazione di illustrazioni e "cineromanzi" (nella tipica tecnica a mezzatinta in voga nel periodo) per le riviste didattiche e di intrattenimento che De Leo alternava alla sua produzione a fumetti. Significativa per la sua maturazione artistica anche una breve esperienza nel settore dell'illutrazione pubblicitaria, per alcune società del periodo fra le quali la Esso Standard Italiana. 1952-53| Nell'ottica di una sempre più stretta collaborazione con la Francia, De Leo, in coproduzione con Mouchott, crea il personaggio di Thunder Jack affidandone i disegni a Ferri. Ispirato alla Giubba Rossa Canadese Audax disegnata da Allen Dean sulla base delle trame avventurose dello scrittore americano Zane Grey (in originale Sergeant King of the Royal Mounted Police - pubblicato in Italia anche come Il Maresciallo Rossi durante il periodo fascista) Thunder Jack viene edito da De Leo in un unico albo (17x24cm, 52 pagine compresa la copertina) nel 1952. Per la prima volta (succederà lo stesso, in seguito, anche per Zagor) Ferri utilizza le proprie sembianze per caratterizzare il protagonista e si indirizza invece al cinema ed ai fumetti dell'epoca per il resto della documentazione necessaria. All'interruzione della serie italiana, Mouchott, con il beneplacito di De Leo, chiede a Ferri la disponibilità a proseguire il personaggio per il mercato francese e Ferri accetta di buon grado. 1954-59| L'accoglienza del disegnatore, i cui miglioramenti stilistici si fanno via via sempre più evidenti, in Francia è lusinghiera e conseguentemente Mouchott gli propone la realizzazione di altri personaggi, direttamente per la sua casa editrice, la S.E.R. di Lione: Tom Tom, un indiano del West, Kid Colorado e Jim Puma. Tom Tom verrà pubblicato brevemente anche in Italia, sempre da De Leo e nella collana mensile che aveva ospitato il precedente Thunder Jack, mentre Jim Puma, pubblicato in Francia nella rivista antologica Big Horn, vede Ferri cimentarsi per la prima anche nei testi. 1957-60| Dopo l'affermazione sul mercato francese, Ferri, deciso a tornare a lavorare in Italia, contatta la redazione del Vittorioso che gli affida alcune storie, su testi di Sandro Cassone, di Capitan Walter (serie settimanale in formato libretto varata nel dicembre 1952 e chiusa dopo 227 numeri nell'aprile 1957) e di Jolly (ancora una serie settimanale iniziata nel maggio del 1957 e chiusa dopo 165 numeri nel dicembre del 1960). 1961| Dopo il primo approccio con il Vittorioso, Ferri si propone anche alla Bonelli (all'epoca Edizioni Araldo) alla cui guida era appena salito Sergio Bonelli, che ne aveva ereditato la carica dalla madre Tea. Di fronte all'offerta, Bonelli decide che non è il caso di lasciarsi sfuggire un tale talento e, dopo avergli affidato i disegni di alcuni numeri di Giubba Rossa scritti da suo padre Gianluigi Bonelli come prosecuzione di serie di provenienza inglese, non avendo a disposizione nessuna altra serie in corso da affidargli, decide di crearne una appositamente. E' proprio da questa esigenza che nasce Zagor, personaggio pensato da Bonelli (sotto il consueto pseudonimo, utilizzato per la sua attività di sceneggiatore, di Guido Nolitta) con il preciso intento di contrapporsi al serioso Tex (e quindi attirare l'attenzione soprattutto dei lettori più giovani, monopolizzati all'epoca dai bestseller del momento, il Piccolo Sceriffo dell'Editore Torelli e, soprattutto, Capitan Miki e il Grande Blek della Dardo di Casarotti) senza per questo scivolare nell'infantilismo, e arricchendo la narrazione con elementi presi in prestito non soltanto dal genere western.
A proposito della sua prima collaborazione con Ferri, Bonelli ricorda: Grazie alla sua precedente esperienza come sceneggiatore, Ferri collabora inizialmente anche ai testi di alcune avventure della serie. In merito a questo ancora Bonelli ricorda: - "Data la struttura artiginale della casa editrice, in quel periodo dovevo fare un po' tutto io, e molti problemi contingenti richiedevano la mia opera più come "amministratore" che come scrittore. [...] A Zagor, purtroppo, potevo dedicare soltanto i ritagli di tempo, e li utilizzavo per studiare con Ferri unn abbozzo di trama. Lui poi andava a casa (a Recco, e quindi ad una distanza che peggiorava la situazione) e faceva tutto, sceneggiatura e disegni. Per Ferri, un dannato lavoraccio. Alla fine di questa insolita "collaborazione", io intervenivo per ritoccare i dialoghi, più che altro per dare omogeneità la "linguaggio zagoriano [...] Il mio rapporto con lui è stato anomalo soltanto per quesi tre o quattro episodi che portano la sua frima anche come sceneggiatore. Dopo il rapporto si è evoluto verso la normalità: io gli passavo la sceneggiatura e lui la disegnava". 1975| E Nolitta si affiderà ancora una volta alla fidata matita di Ferri per disegnare il primo numero di Mister No. Malgrado il nuovo personaggio di Nolitta fosse stato creato graficamente da Frank Donatelli, egli gli preferì Ferri per la realizzazione dell'avventura d'esordio e delle copertine (che Ferri realizzerà fino al n.155 del dicembre 1984), per la modernità del tratto e per creare una sorta di continuità con i lettori di Zagor. Efficace e d'impatto l'interpretazione che Ferri offre di un personaggio così innovativo: in seguito sarà Roberto Diso a darne la caratterizzazione definitiva, modificando i lineamenti e semplificandone il look con l'eliminazione del fazzoletto al collo e del giubbotto, tuttavia Ferri nelle sue copertine continuerà a ritrarre Mister No secondo la "sua" versione. 1979| Ritroviamo Ferri ai disegni ed alla copertina anche dell'albo che ufficialmente può essere considerato come il primo speciale bonelliano: Cico Story. Interamente dedicato alla celebre spalla zagoriana e scritto da Nolitta secondo i canoni di una narrazione dichiaratamente umoristica l'albo, uscito come supplemento della collana Zenith Gigante, darà il via ad una informale collana dedicata al messicano. Negli anni successivi usciranno infatti altri 4 albi degli stessi autori, poi, la serie si interromperà, per riprendere soltanto 7 anni dopo grazie all'opera di altri autori. 1998-2000| A Ferri viene chiesto di realizzare anche le copertine per gli ultimi tre speciali de Il Comandante Mark: lo speciale 9 e il relativo albo allegato (usciti nel 1998) e gli speciali 10 e 11 usciti rispettivamente nel 1999 e nel 2000. 2001| Assieme ai suoi 40 anni di carriera con la Sergio Bonelli Editore, Ferri festeggia con Zagor il quarantennale della serie, e prosegue ininterrottamente la sua collaborazione: al suo attivo oltre 120 storie (quasi tutte di più albi ciascuna) e tutte le 239 copertine della serie a striscia e quelle degli oltre 430 albi della collana Zenith Gigante dedicati al personaggio.
"Nel mondo dei fumetti, il successo di un personaggio è stato sempre legato all'incontro fra il "giusto" disegnatore ed il "giusto" sceneggiatore. Non c'è quindi dubbio che anche il successo di Zagor sia stato ottenuto grazie al segno particolarissimo che Gallieno Ferri adottò aver "ripulito" lo stile più elaborato e pieno di tratteggi che contraddistingueva il suo periodo francese e gli stessi primi albi di Zagor. Mi piacerebbe raccontare qualche aneddoto particolarmente saporito, ma, incredibilmente, mi rendo conto che la mia lunga collaborazione con Ferri si è svolta sui binari della più totale normalità, facilitata da una simpatia istintiva e del reciproco rispetto. La sintonia con cui interpretavamo le avventure dello Spirito con la Scure era tanta che le parole con cui, sulle pagina della sceneggiatura, normalmente indicavo una scena erano sufficenti a ottenere dal disegnatore una interpretazione tanto fedele da sbalordirmi ogni volta" Sergio Bonelli
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